La Puglia migliore? Otto mesi di no

di Raffaele Fitto
Come è tradizione l’inizio d’anno è tempo di bilanci e a ciò la Giunta regionale non si è sottratta convocando una conferenza stampa dietro l’altra per rappresentare l’attività svolta nei primi otto mesi di governo.Scorrendo il lungo elenco di delibere di Giunta, di atti di indirizzo, di proposte di legge si ha la sensazione di un grande lavoro che come opposizione approviamo quasi in toto. In nove casi su dieci, infatti, si tratta semplicemente di atti di approvazione pedissequa di delibere e conclusioni di procedure avviate nella scorsa legislatura: l’intera materia della ricerca e dell’innovazione, gli interventi per la società dell’informazione, l’approvazione dei primi contratti di programma, i PIT, i bandi di incentivazione per il turismo, tutti interventi sui quali abbiamo registrato il largo apprezzamento delle parti sociali e del mondo produttivo.Non ci difetta l’onestà intellettuale e riconosciamo che questa amministrazione ha anche fatto segnare delle discontinuità rispetto al passato governo, che vogliamo ricordare.La nomina di un costoso consiglio di amministrazione all’Acquedotto Pugliese presieduto da un autorevole no global anticapitalista.
Le nomine dei nuovi vertici delle ASL pugliesi scelti attraverso una procedura di selezione pubblica i cui esiti hanno miracolosamente rispettato i dettami del manuale Cancelli. La grande bugia della sanità: i ticket sui farmaci che avevano promesso di togliere ma che sono riusciti solo a tagliare; il piano sanitario che avevano assicurato di revocare come primo atto di governo e che invece è ancora in vigore mentre si tenta di riaprire qualche reparto senza alcuna programmazione.Anche in materia di ambiente si segnala una grande novità: no a tutto. No a (quasi) tutte le centrali elettriche, no all’eolico, no al rigassificatore. E, ancora, il Parco delle Gravine piovuto dall’alto sulle teste degli amministratori e delle comunità locali; la superficiale e disinvolta riorganizzazione degli uffici e degli incarichi all’interno dell’Amministrazione regionale; la legge sull’apprendistato professionalizzante che penalizza le imprese e, quindi, anche i giovani in cerca di prima occupazione; il tentato aumento da 7 a 11 delle commissioni consiliari per una “migliore" distribuzione degli incarichi all’interno del centrosinistra.E poi il primo “rivoluzionario" Bilancio di previsione di questa Giunta, completamente privo di programmazione e interventi atti a favorire lo sviluppo; un Bilancio che, per la prima volta dopo 15 anni, non è stato condiviso e concertato con nessuno. E ancora: la proroga della gestione commissariale dell’emergenza ambientale puntualmente accettata dopo anni di attacchi del centrosinistra contro la “Puglia commissariata"; i nuovi, confusi e affrettati indirizzi di politica industriale scritti in qualche “segreta stanza" senza alcun confronto pubblico.
E, infine, la vera, grande, rivoluzionaria inversione di tendenza rispetto al passato: la perdita di circa 50 milioni di euro di Fondi comunitari.Si potrebbe pensare che questi siano i giudizi o le critiche “strumentali" di una parte politica. Ebbene, non siamo noi i soli ad avanzare dubbi e perplessità, a stigmatizzare contraddizioni e incongruenze fra le promesse della campagna elettorale e i primi atti di Governo del centrosinistra, sono, piuttosto, i Sindaci Pugliesi con l’Anci; i Presidenti delle Province con l’Upi; il mondo del lavoro con i Sindacati (Cgil compresa); il mondo delle imprese con Confindustria; il mondo delle associazioni.Se le autonomie locali lamentano la marginalità cui le ha relegate la Regione, se queste avanzano pesanti critiche di metodo e di merito, se sul Bilancio la polemica assume i toni del calor bianco, siamo allo scontro istituzionale che, nell’interesse di tutti i pugliesi, deve essere rapidamente riportato a livello di confronto costruttivo quale è sempre stato fino ad oggi.Questa insoddisfazione, che non può essere liquidata come un semplice problema di rodaggio, è il sintomo di una duplice incapacità della Giunta Vendola: quella, clamorosa, di rispettare gli impegni assunti con gli elettori, e quella di governare la Puglia assumendosi tutte le responsabilità che questo compito implica. Il tentativo della Giunta di chiudersi a riccio e di negare ogni confronto aperto e costruttivo rende la situazione ancora più grave. E’ questo il laboratorio delle nuove pratiche istituzionali? E’ questa la Puglia migliore promessa ai pugliesi?
Articolo tratto da http://www.forzaitaliapuglia.it/ e pubblicato sul blog Liberalgiovani il 16 gennaio 2006

Commenti

Fabio Erasmo ha detto…
hehe, Fitto non riesce ancora a digerire la sconfitta di 4 anni fa.
Fitto, rosicare fa male e fa sparare stupidaggini!
Fabio Erasmo ha detto…
scusa, mi era sfuggita la data sul fondo. E' un articolo di 3 anni fa.
Comunque anche in tempi recenti Fitto non è che abbia brillato più di tanto. I presidenti delle regioni italiane (tanto di destra che di sinistra) oramai non vogliono più avere a che fare con lui per i rapporti con lo stato.