Il premier Berlusconi avvisò il Governatore Marrazzo del filmato a luci rosse

di Domenico Giampetruzzi
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, era a conoscenza dell'esistenza del filmato hard che coinvolgeva l'ex Governatore del Lazio, Piero Marrazzo. Filmato registrato con un cellulare e ben preparato dai 4 carabinieri malavitosi della sezione Trionfale di Roma. Il premier Berlusconi fu avvisato dai vertici della Mondadori e avvertì subito il presidente Marrazzo, sposato con tre figlie (Giulia maggiorenne, Diletta e Chiara minorenni), dell'esistenza del filmato a luci rosse. Il direttore di 'Chi', Alfonso Signorini, ricevette la proposta di acquisto del filmato dai 4 carabinieri malavitosi e subito dopo contattò i vertici della Mondadori. Berlusconi era fermamente contrario alla pubblicazione dell'intera vicenda sui media di sua proprietà e offrì le sue garanzie all'ex direttore di 'Mi manda Raitre'.
In un'intervista rilasciata a 'Sky' il direttore di 'Chi' precisa: "Non è stato Berlusconi a impedirmi di diffondere il video. Avevo già deciso autonomamente di non pubblicarlo. Poi -ha aggiunto Alfonso Signorini, ho avvertito i vertici dell'azienda Mondadori che si sono detti daccordo con la mia scelta. Me lo offrì l'agenzia Masi per 200mila euro. E subito decisi che non l'avrei pubblicato, esattamente come ho fatto per le foto che ritraevano Silvio Sircana mentre parla con una trans. La mia è stata una decisione autonoma - sottolinea Signorini - e ho avvertito subito i vertici dell'azienda, Marina Berlusconi e Maurizio Costa, che si sono detti concordi sulla non pubblicabilità del servizio".
"Quello che uno fa dentro quattro pareti sono affaracci suoi, per la stessa ragione mi sono scagliato contro Libero in occasione della vicenda Boffo. Ma - ripete il direttore di Chi- io non ho mai parlato con Berlusconi. Non so se l'abbiano fatto i vertici dell'azienda, io personalmente no. Ma credo che sia proprio vero che poi lui abbia parlato con Marrazzo". Quanto al compenso chiesto per il video dall'agenzia Masi, "la stessa che lo ha offerto anche a Libero", 200 mila euro, "è una cifra scandalosa, ma per un politico di primo piano - conclude Signorini - le cifre sono quelle".

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