Mafia, Cosentino inguaia Berlusconi

di Domenico Giampetruzzi
L'attuale sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, si è recato a Palazzo Grazioli dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per discutere del da farsi dopo l'esplosione mediatica della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto in prima persona. Il sottosegretario ha espresso la sua volontà al premier Berlusconi di mantenere la candidatura perchè su di lui c'è un largo consenso dalla base e anche perchè non deve essere la magistratura a decidere l'evoluzione democratica della Regione. Allo stesso tempo ha espresso la sua ferma volontà di continuare a fare il suo lavoro da sottosegretario del Tesoro.
Cosentino però ci tiene a precisare dalle colonne del 'Giornale' che il suo destino è nelle mani di Silvio Berlusconi: «L’unico che può decidere sul mio futuro al governo e sulla Campania è solo il premier. Decide lui per la corsa alla presidenza della regione perché è stato lui a togliere quella vergogna dei rifiuti. Decide lui anche per il governo perché sono una sua espressione diretta. A me Silvio ha dato tutto, credo profondamente nell’amicizia e nella gratitudine che non è un sentimento della vigilia». Il sottosegretario ha pertanto precisato che il presidente del Cdm non gli ha chiesto di farsi da parte e si dice sorpreso delle dichiarazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e dei suoi fedelissimi in merito alla sua vicenda giudiziaria. Ieri il presidente Fini ha esplicitamente detto che Cosentino non può candidarsi alla presidenza della Regione Campania precisando che anche il premier era d'accordo con lui. Anche altri ex collonelli di An avevano espresso contrarietà alla candidatura del coordinatore regionale campano del Pdl.
A questo punto una domanda mi sorge. Berlusconi vuole o non vuole candidare Cosentino come presidente di Regione alle prossime elezioni regionali campane?
Sta di fatto che ieri sono state pubblicate altre rivelazioni del pentito di mafia, Domenico Bidognetti, che furono rilasciate ai magistrati nel settembre 2008 sul coordinatore regionale del Pdl secondo cui Cosentino veniva supportato politicamente dai due boss del clan dei casalesi: Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone.
Secondo i pm di Napoli che stanno indagando sulla vicenda, Cosentino ha contribuito a rafforzare vertici ed attività del gruppo camorristico da cui riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle elezioni. Allo stesso tempo il sottosegretario si faceva portavoce delle diverse esigenze e richieste della criminalità organizzata.

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