Marco Travaglio sul nuovo Pd di Bersani: aleggia l'ombra della mafia

di Domenico Giampetruzzi
Il giornalista e scrittore Marco Travaglio ha affrontato la questione della moralità dei candidati relativa al partito democratico sia sul 'Fatto Quotidiano' che sul blog il cannocchiale. Una questione importante e cruciale per la classe politica italiana come dimostrano le recenti vicende giudiziarie di politici campani collusi con il clan camorristico dei Casalesi.
Allo stesso tempo lo scrittore ha colto l'occasione per chiedere quale linea a tal proposito adotterà il nuovo segretario del Pd, Pierluigi Bersani.
"Il nuovo Pd di Bersani -afferma Marco Travaglio- ha subito raccolto l’appello. Infatti, nella nuova Direzione, fa il suo trionfale ingresso il senatore Nino Papania da Alcamo (Trapani), ex Margherita. Lo stesso a cui hanno appena arrestato l’autista-giardiniere-factotum per mafia. Lo stesso che nel 2002 ha patteggiato a Palermo 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio: era indagato per aver sistemato in posti pubblici diversi disoccupati privi dei titoli di legge, in un giro di assunzioni facili per cui sindacalisti senza scrupoli prendevano tangenti".
Lo scrittore e opinionista tv del programma di Raidue Annozero ha poi preseguito: "Nel 2008 Dario Franceschini annunciò: 'Non presenteremo candidati con procedimenti in corso né con sentenze passate in giudicato'. Strano: Papania fu ricandidato dopo il patteggiamento e rieletto per la terza volta senatore (diversamente da Nando Dalla Chiesa, colpevolmente incensurato). Scelta lungimirante: il 4 novembre la Dda di Palermo ha arrestato il suo braccio destro Filippo Di Maria, considerato l’autista, il cassiere e l’uomo di fiducia del boss di Alcamo, Nicolò Melodia detto il macellaio, catturato nel 2007 assieme al capomafia Salvatore Lo Piccolo. Nei giorni pari Di Maria scarrozzava il boss Melodia, in quelli dispari il senatore Papania. Arrotondava".

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