Antonio Polito: "Marco Travaglio è un parassita mediatico"

di Domenico Giampetruzzi

E' il personaggio più scomodo nel panorama politico italiano. E' il giornalista più graffiante e micidiale del giornalismo italiano. Tutti i politici, sia di destra che di sinistra, lo odiano. I suoi colleghi giornalisti lo detestano. Ma il pubblico della rete o del web lo adora. Piaciono tantissimo i suoi libri d'assalto su tematiche relative al potere politico e agli intrecci oscuri con mafia e gli altri poteri forti dello Stato sia ai lettori orientati a destra e sia a quelli orientati a sinistra. Ogni suo libro è un successo editoriale nonostante il pochissimo spazio che gli viene riservato sulle televisioni e quotidiani nazionali. Questo è Marco Travaglio.
Ieri mattina Marco Travaglio è stato accusato dalla maggioranza di governo di essere uno dei mandanti morale dell'attentato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Accuse dirette e precise pronunciate in aula dal capogruppo del pdl, Fabrizio Cicchitto. Ma gli attacchi provengono anche dal centro-sinistra. In particolar modo dal direttore del Riformista, Antonio Polito, quotidiano vicino al partito democratico. In un lungo editoriale Polito spiega le motivazioni legate al rifiuto di partecipazione alla trasmissione politica di Raidue, Annozero. Il suo rifiuto dipende dalla presenza in studio del suo collega giornalista Marco Travaglio accusato di essere un parassita mediatico che ha come obiettivo quello di far chiudere il quotidiano Il Riformista.
"Marco Travaglio -accusa il direttore Polito- è un sedicente combattente per la libertà di informazione che sta facendo una campagna di stampa il cui obiettivo dichiarato è la chiusura di un giornale, quello che dirigo. Trovo la cosa moralmente riluttante. Travaglio non è un terrorista mediatico perché paura non ne fa a nessuno. Ma parassita mediatico certamente lo è. E, per dirla con Togliatti, sarebbe bene che nessun destriero offrisse più a questa cimice ospitalità nella sua criniera". Domani ci attende una puntatona ad Annozero.

Commenti