Addio a Claudia Gian Ferrari

di Stefano Giacalone
Essendo un volontario del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano), voglio ricordare con grande commozione e gratitudine, all'indomani dei funerali, la sig.ra Claudia Gian Ferrari, famosa collezionista di opere del Novecento Italiano, tenace protagonista della vita culturale italiana e testimone appassionata delle arti e della bellezza. La conoscevo bene perchè veniva spesso a Villa Necchi Campiglio di Milano a guardare i quadri da lei donati alla Villa.
Era anche una storica dell’arte milanese, figlia dell’ancor più celebre Ettore Gian Ferrari, il quale dal teatro d’avanguardia, sua prima passione, con l’Arcimboldi, nel 1936 apre a Milano la sua galleria in via Clerici, e diventa il fautore del ruolo del gallerista, proponendo con geniale intuizione l’Ufficio Vendite alla Biennale di Venezia nel 1942. Ettore è stato, nella prima metà del Novecento, uno dei principali protagonisti della scena culturale cittadina e nazionale e, grazie ad un’incessante attività, ha contribuito alla valorizzazione della migliore arte italiana del tempo. Le 44 opere del '900 che Claudia Gian Ferrari ha donato al FAI, ed esposte a Villa Necchi Campiglio, sono una fondamentale antologia di pezzi di scultura, pittura e grafica di un ventennio centrale per l’arte italiana del Novecento.
Tra gli autentici capolavori cito: L’amante morta di Arturo Martini, il Ritratto di Alfredo Casella di de Chirico, La famiglia del pastore di Sironi, due Nature Morte di Morandi, ma anche Carrà, Casorati, De Pisis, Tosi, Wildt, Pirandello ed altri. Accanto a questi pezzi da grande museo, vengono esposti lavori apparentemente minori, soprattutto dimensionalmente, ma di speciale interesse, tra i quali segnalo, ad esempio, il Bozzetto del Manifesto per la Prima mostra d’arte del Novecento Italiano, ideato da Sironi. L'ultima volta che l'ho vista, prima di Natale, mi diceva che era sua intenzione donare un'altra parte della sua ricchissima collezione al MAXXI di Roma. Purtroppo non è riuscita.

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