Marco Travaglio contro la volpe del Tavoliere Massimo D'Alema

di Domenico Giampetruzzi
Il giornalista del Fatto Quotidiano e opinionista di Annozero, Marco Travaglio, si è scagliato contro uno dei dirigenti più potenti e influenti del Partito democratico: Massimo D'Alema. Lo scrittore torinese ha scritto sul settimanale L'Espresso un articolo che ripercorre le ultime malefatte dell'ex presidente del Consiglio pugliese augurandosi che si faccia da parte prima o poi dopo i numerosi insuccessi politici. Marco Travaglio ha attaccato l'esponente di spicco del Pd perchè è riuscito nel suo intento a riabilitare la figura politica di Bettino Craxi, ha riabilitato l'inciucio con Silvio Berlusconi e si è messo di traverso per la candidatura di Nichi Vendola alla carica di Governatore della Puglia.
In Puglia il Partito democratico e Massimo D'Alema hanno fatto letteralmente schifo. Cinque anni fa ha ribadito Marco Travaglio il leader del Pd propose le primarie per risolvere il nodo elezioni regionali. D'Alema spinse per Francesco Boccia che fu sonoramente sconfitto da Nichi Vendola. E alcuni giorni dopo Massimo D'Alema ebbe a dire: “Vincere le primarie è facile, battere Fitto è un’altra cosa”. Sappiamo tutti poi come è andato a finire...I due Assessori regionali piazzati da Massimo D'Alema alla Regione Puglia sono stati eccellenti: il vicepresidente Sandro Frisullo e il responsabile della Sanità, l’ex socialista Alberto Tedesco.
"Sarà un caso -scrive Marco Travaglio-, ma il primo s’è scoperto cliente del pappone Giampi Tarantini, ras delle protesi sanitarie e fornitore privilegiato delle Asl pugliesi, esattamente come la famiglia di Tedesco, assessore in pieno conflitto d’interessi. Sia Frisullo sia Tedesco sono stati indagati dalla Procura e dimissionati da Vendola, che ha azzerato l’intera giunta. Tedesco è passato al Senato col Pd, cioè al sicuro, grazie al dalemiano Paolo De Castro, spedito a Strasburgo per liberargli il seggio".
Oggi la situazione non è cambiata con Massimo D'Alema che prima ha spinto uno dei sindaci più popolari d'Italia, Michele Emiliano, ad autocandidarsi e successivamente ha ricandidato il vecchio cavallo di battaglia Francesco Boccia per contrastare la ricandidatura di Nichi Vendola che a differenza di quanto richiesto da Massimo D'Alema non si è tirato indietro. Marco Travaglio alla luce di tutto ciò si augura che Massimo D'Alema si ritiri una volta per tutte dalla vita politica italiana.

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