Grande Fratello 10, interviene la Fondazione di Gianfranco Fini: "Con la mafia non si bestemmia e adesso fuori dal GF"

La Redazione
E' intervenuta pubblicamente anche la Fondazione di Gianfranco Fini, Fondazione Farefuturo, per criticare apertamente le dichiarazioni rilasciate da alcuni concorrenti del Grande Fratello 10 in merito alla mafia. In particolar modo stiamo parlando delle dichiarazioni choc rilasciate dal barese Massimo Scattarella sulla mafia italiana durante la permanenza nel Gran Hermano, versione spagnola del nostro Grande Fratello, e alcune minacce rivolte da Carmela Gualtieri a un altro concorrente del Grande Fratello 10: Mauro Marin. Il popolo della rete si è subito mobilitato e in questo un ruolo significativo l'hanno svolto i numerosi sostenitori del veneto Mauro Marin, denominati mauriani, che hanno inviato lettere di protesta ai parlamentari e ai giornali italiani.
Il pitbull del Grande Fratello 10, Massimo Scattarella, è uscito da alcune settimane dal popolare reality show di canale 5 ma le sue parole e frasi di esaltazione della mafia ai gieffini spagnoli non sono passate inosservate. Il video choc è sul web da diverse settimane suscitando una marea di polemiche e critiche oltre a sdegno e rammaricazione per quanti combattono quotidianamente contro le criminalità organizzate. Anche a costo di perdere la propria vita. Ed è su questo che la Fondazione Farefuturo presieduta dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha pubblicato un articolo a firma di Giovanni Marinetti per dire no all'apologia della mafia anche in televisione e anche al Grande Fratello che rimane comunque un contenitore molto popolare e soprattutto con un pubblico abbastanza giovane.
"E ora fuori! Senza ripensamenti, senza interviste riparatorie, senza finta commozione. Fuori dalla tv, -scrive Marinetti su Ffw, perché quando la stupidità diventa pericolosa non si tratta più di spettacolo, non c'entra più lo share, non c'è nulla da salvare. L'elogio della mafia non lo accettiamo, neanche al Grande Fratello. E dispiace che a fare l'apologia della criminalità organizzata siano stati due ragazzi del Sud: una siciliana e un pugliese, già squalificato dal gioco – ma non dalle ospitate tv – per aver bestemmiato dentro la casa. Ma dire, come ha fatto lui, ospite del Grande Fratello spagnolo, che «la mafia italiana è più di una famiglia» che è «di cuore», «fatta di cervello, di persone intelligenti, mamma mia...il capo dei capi è....bello», equivale a bestemmiare, a non ricordare quanti innocenti sono morti per mano della mafia".
"La visione del ragazzo pugliese -prosegue Marinetti- è globale, con la ragazza siciliana al suo fianco che non interviene per interromperlo, è ancora più sconfortante. Sorridente, compiaciuto, spiega ai suoi compagni spagnoli che la mafia in Italia «ha tutto, politica...tutto...palazzi, città». E un'altra bestemmia “laica” si ripete, stavolta pronunciata dalla siciliana che a un concorrente trevigiano – che l'aveva definita “cattiva siciliana” - dice: «Volevi dire mafiosa? Dillo... così magari un mafioso ti fa un regalino quando esci!». Dispiace sentire certe parole da due ragazzi così pieni di vita, simpatici. Il Grande Fratello deve assumersi la responsabilità morale e civile di essere severo con chi, piaccia o no, risulta modello per tanti giovani. Il Grande Fratello e Mediaset hanno il dovere morale e civile di impedire che possa passare un messaggio del genere. La mafia non è “bella”. La mafia non è “tutto”. La mafia non è un gioco. La mafia è morte".

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