di Domenico Giampetruzzi
La conferma ufficiale della causa dell'omicidio di Michael Jackson è giunta dai risultati dell'autopsia. I documenti del tribunale sono stati resi pubblici ieri ma era risaputo che il re del pop fosse stato ucciso da un mix letale di tranquillanti per combattere, secondo il suo medico personale che ora è indagato Conrad Murray, l'insonnia.
"Il medico legale capo di Los Angeles dottor (Lakshmanan) Sathyavagiswaran, ha indicato di aver esaminato i risultati tossicologici e le sue conclusioni preliminari sulle cause della morte di Jackson è che è dovuta a livelli letali di propofol (diprivan)", si legge nel mandato di perquisizione degli uffici di Murray emesso in California.
Il cantante americano è morto il 25 giugno all'età di 50 anni. Alle 10:40 del 25 giugno, Murray ha somministrato al cantante 25 milligrammi del potente anestetico monitorandolo per dieci minuti per poi abbandonare la stanza da letto. Al suo ritorno, il dottore ha trovato Jackson che non respirava. Ha cercato di rianimarlo con un massaggio cardiaco, e ha poi chiesto ad una delle bodyguard del cantante di chiamare il 911.