di Domenico Giampetruzzi
Il partito democratico nato qualche anno fa dalle rovine del precedente esecutivo di Romano Prodi doveva essere e soprattuto diventare un partito moderno, ideale e aperto alle nuove esigenze della società italiana. Il suo leader Walter Veltroni aveva messo in piedi un partito nato dalla fusione di DS e Margherita con il fine di creare il partito più grande e importante d'Italia per contrastare l'egemonia politica e culturale del Popolo delle libertà e del suo presidente Silvio Berlusconi. Ne nacque uno strano bipartitismo. Un partito che si liberava delle vecchie rogne comuniste, i vari partitini ispirati alla nefasta ideologia comunista, per scacciare via una volta per tutte i fratelli-coltelli comunisti per poter così avere una visione della politica e della ''cosa pubblica'' differente e moderna. L'alleanza politica con i Radicali e l'Italia dei valori fu strepitosa. Tentativi e alleanze che personalmente ho apprezzato e di cui ne riconosco la straordinaria valenza all'ex leader Walter Veltroni. D'altronde anche la sconfitta elettorale delle politiche contro l'armata berlusconiana era scontata e prevedibile per una nuova creatura politica. Ma vi erano solide basi per creare come in ogni Paese democratico e civile dell'Occidente un forte e importante partito d'opposizione. Ma i sogni si trasformarono subito in incubi. Dopo la sconfitta alle elezioni politiche del 2008 i coltelli tra dalemiani e veltroniani sono continuati a volare nella loro infinita e continua lotta, delegittimando il leader Veltroni e sgretolando ogni ambizione futura del Pd.
La resa del leader Veltroni ha messo a nudo tutte le debolezze della classe dirigente del Partito democratico con tutti i suoi vecchi difetti post-comunisti: apparati e nomenklatura di vecchio stampo, partito oligarchico e forti divisioni interne. E' emersa una incredibile faida interna al Pd tra laici e cattolici. Su numerose questioni morali importanti per il Paese, il Partito democratico non ha pertanto mai espresso una posizione univoca. Sul gigantesco conflitto di interessi del premier Silvio Berlusconi sono ormai stati spenti i riflettori da tantissimi anni. Sulla politica economica sono state fatte solo mezze proposte per lo più molto simili a quelle del centro-destra. Sulle altre questioni politiche il Pd ha preferito non esporsi accettando implicitamente la linea dell'esecutivo Berlusconi. L'unica strategia usata dal Pd e dal suo leader precario, Dario Franceschini, in questi mesi di opposzione è stata quella del gossip....E' davvero incredibile e paradossale che i sostenitori del Pd rimpiangano quotidianamente il vecchio e leader santo: Romano Prodi...
Più che un partito d'opposizione il Pd si è dimostrato essere una spalla perfetta per il Popolo delle libertà. Sono tanti e numerosi gli intellettuali di sinistra che si augurano una volta per tutte l'eutanasia o meglio ancora la morte per il Pd. Una creatura che pur essendo giovanissima sembra vecchia, anzi vecchissima. Una creatura senza anima, idee e contenuti. Non c'è nulla di nuovo. Sono sempre i soliti vecchi mercenari della casta. E la corsa per la poltrona di segretario del Pd-meno-elle, come lo definisce Beppe Grillo, sancirà la vittoria di Pierluigi Bersani ma la sconfitta storica del Pd. Cambiare cavallo con altri cavalli come Dario Fanceschini o Pierluigi Bersani non significa nulla e non comporterà nessun cambiamento ma solamente constatare che il Pdl in Italia ha un fratello gemello che si chiama Pd che è molto peggio del Popolo delle libertà. A proposito di 'questione morale' non dimentico gli intrallazzi tra mafia locale e Pd in Puglia sulla gestione della sanità da parte dell'attuale senatore del Pd, Alberto Tedesco. Non dimentico il patto criminale tra Pd e mafia in Campania sulla gestione dei rifiuti. Come d'altronde l'alleanza strategica tra Pd e mafia in Calabria. Di certo non dimentico l'affaire ''Telecom Serbia'' e la ''Missione Acobaleno'' che vedeva coinvolti tra gli altri anche il leader maximo del Pd, Massimo D'Alema. E qualche anno fa le intercettazioni telefoniche sulla scalata Unipol-Bnl che ha coinvolto Massimo D'Alema, Piero Fassino e gli altri dirigenti del Partito democratico non sono certo passate inosservate...
E allora io sarà uno dei tanti che si augurerà per il bene della patria e della politica italiana che il Partito democratico crepi il più presto possibile per mandare al macero la sua vecchia e corrotta classe dirigenziale.
E' dunque normale constatare che il buffo e comico Antonio Di Pietro con il suo partito, l'Italia dei valori, prendi i voti degli ex sostenitori del Partito democratico. Nel bene e nel male rappresenta il vero leader d'opposizione a questo governo con proposte politiche serie e concrete che sono totalmente l'opposto di quelle dei berluscones. Mi auguro di cuore per la democrazia italiana che l'Italia dei valori cresca politicamente e numericamente in termini di voti sempre di più per poter diventare il vero e forte partito d'opposizione.