Il monito di Gianfranco Fini: "Nei partiti c'è poca democrazia"

di Domenico Giampetruzzi
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto alla tavola rotonda sul rapporto tra intellettuali e politica promossa dall'Universita' di Torino, dalla Fondazione Istituto Gramsci e dal Centro per la Riforma dello Stato per ricordare Ugo Spagnoli deputato, avvocato, docente e giudice costituzionale.
"Fino a quando i partiti continueranno come oggi- ha affermato la terza carica dello Stato- cioe' ad essere luoghi deputati alla propaganda e non troveranno forme di democrazia interna, le Fondazioni continueranno ad avere un ruolo rilevante per la crescita della politica".
Secondo Fini nell'attuale confronto politico-parlamentare "non ci sono grandi momenti di dibattito pacato che guardi avanti. I partiti sono inadeguati a questa sfida". Per il co-fondatore del Popolo delle libertà "le fondazioni anche se non sono la soluzione, sono pero' importanti e possono essere il serbatoio della futura classe dirigente. Dialogare tra fodanzioni non significa fare 'inciuci' se attraverso le fondazioni si riesce a dare vita ad una sorta di 'reserve della repubblique' io dico allora: perche' no? Una volta c'erano i partiti, ora abbiamo girato pagina. E' inutile rimpiangere il passato; e' molto piu' utile cercare di utilizzare gli strumenti del presente per migliorare e costruire quello che verra' dopo".
Il presidente Fini ha poi concluso: "le fondazioni sono uno strumento di dibattito politico e di approfondimento culturale. Non possono sostituire i partiti, ma nello stesso tempo non sono obbligatoriamente contro i partiti".

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