di Domenico Giampetruzzi
Il cantautore Renato Zero ha raccontato alcuni particolari della sua vita privata a 'Vanity Fair'. Renato Fiacchini, è il suo vero nome, ha pubblicato nella sua carriera 30 album e composto più di 500 canzoni, oltre numerosi testi e musiche per altri interpreti.
Prima del successo il re dei sorcini ha attraversato un periodo non certo facile della sua vita.
Nell'intervista ha raccontato alcune esperienze negative della sua vita causate dal suo modo di essere e di apparrire oltre che di vestire, che a quei tempi era di certo originale ma molto diverso dal comune.
“Alla fine degli anni '60 -racconta il cantante- uno come me non s'era mai visto. Me la sono vista brutta spesso, e non avevo nemmeno il cellulare per chiedere aiuto. Mi ha salvato la dialettica. A chi mi voleva picchiare chiedevo: "Perche mi odi? Che cosa ti ho fatto? Ragioniamo". Glielo dicevo in italiano forbito, li spiazzavo, e mi lasciavano stare. Ma non andava sempre bene: un giorno, mentre facevo I'autostop, scese uno dall'auto, si avvicinò, e senza dire una parola mi diede uno sganassone fortissimo. Rimasi come un deficiente, steso per terra”.
“Un giorno – ha dichiarato Renato Zero” - con un'amica, facevamo l'autostop. Ci caricarono tre ceffi: io andai dietro, in mezzo a due, lei davanti. Quello che guidava si mise a tastare le cosce di Rita, che gli disse di smetterla. Io, da dietro, feci il duro: "Lasciala stare che mi incazzo!". Quello si girò: "Statte zitto che te se cucinamo pure a te". Rita aprì lo sportello e fece per buttarsi in corsa. Rimasero così impressionati che ci fecero scendere a calci”.
Commenti
E cmq... ora è un grande... adoro le sue canzoni...
Scusa l'intrusione... buona giornata... ciao
Nico