Caso Marrazzo, il Governatore chiese ai suoi ricattatori di non rovinarlo

La Redazione
Il 'caso Marrazzo' si è arricchito della testimonianza dello stesso Governatore del Lazio sul ricatto di cui è stato vittima. Piero Marrazzo, sposato con tre figlie (Giulia maggiorenne, Diletta e Chiara minorenni), inizialmente ha smentito categoricamente come d'altronde ha fatto sull'esistenza del video hard in compagnia della transessuale Natalie, bollando il tutto come pura invenzione.
Ecco la testimonianza fornita dal presidente della Regione Lazio alla Procura di Roma.
«Erano i primi di luglio, non ricordo precisamente il giorno, direi tra il primo e il quattro luglio. Mi intrattenevo in quell’appartamento con Natalie quando all’improvviso entrarono due uomini, che si qualificarono come carabinieri. I due carabinieri mi minacciarono chiedendomi subito soldi. Vollero il mio portafoglio. C’erano duemila euro. Non gli bastavano quei soldi, volevano di più, molti di più e in contanti. Se non glieli avessi dati sarei andato incontro a gravi conseguenze. Firmai tre assegni dall’importo complessivo di 20.000 euro (gli assegni non sono mai stati incassati, ndr) e prima di andarsene, i due carabinieri mi lasciarono un numero di un cellulare».
Sul possibile utilizzo di cocaina il Governatore ha affermato: «Io non ne faccio uso. E aggiungo che il mio tesserino, che si vede nel video accanto alla polvere bianca, era stato collocato lì dai due carabinieri».
E a proposito del filmato, il governatore ammette: «Confesso di non essermi accorto di essere stato ripreso. Le immagini sono esattamente quelle che si riferiscono all’episodio dell’irruzione dei due carabinieri».
Infine gli inquirenti pongono la domanda più importante e scottante, 'Perché non ha denunciato il ricatto di cui era vittima?' «Avevo -ha confessato Marrazzo- paura di essere arrestato».

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