di Domenico Giampetruzzi
Il capogruppo del Popolo della libertà al Senato, Maurizio Gasparri è intervenuto nel dibattito pubblico sul rapporto tra politici e transessuali dopo il 'caso Marrazzo'. L'ex ministro ha rilasciato un'intervista al ''Giornale'' diretto da Vittorio Feltri per mettere a tacere le voci sempre più insistenti che circolano da giorni nel Parlamento italiano e che lo vedrebbero come frequentatore di transessuali.
«Questo vociare -afferma Gasparri- è uno squallore vergognoso. Ma vi giuro che il primo che scrive una riga fuori posto, o che solo lascia intendere qualcos'altro, lo trascino in tribunale».
Nei giorni scorsi su tutti i giornali erano emersi altri particolari sull'intreccio tra i personaggi della politica e i transessuali. Secondo i giornali sarebbero due politici di spicco della sinistra e della destra italiana e un noto conduttore tv a frequentare le strade romane dei viados, soprattutto quella di via Gradoli un tempo roccaforte delle Brigate Rosse.
L'eclettico Dagospia aveva pubblicato qualche giorno fa una lettera anonima che recitava testualmente: «Prima una data: 29 aprile 1996. È in quel giorno (anzi, quella sera) che un notissimo esponente di Alleanza nazionale finì in una retata di clienti di travestiti a Roma e riuscì a salvarsi grazie al “lei non sa chi sono io” e all’indulgenza di troppi giornalisti della capitale che da allora sanno tutto ma sono rimasti muti».
E così l'ex ministro delle Telecomunicazioni Gasparri ha voluto spiegare dalle colonne del ''Giornale' la sua disavventura. Una storia risalente a tredici anni fa quando Gasparri si recò in netto ritardo ad una cena organizzata dal circolo del Polo della capitale. Motivo dell'eccessivo ritardo? Non riusciva a trovare il circolo e andò a finire nella zona sportiva dell'Acqua Acetosa dove a quei tempi si prostituivano prostitute e transessuali. Una pattuglia di carabinieri durante una retata trans fermò l'auto di Gasparri il quale spiegò la situazione e chiese informazioni per trovare il circolo. Quando arrivò al circolo del Polo giustificò così il ritardo ai suoi familiari e amici : "Aho', ma lo sapete? M'hanno fermato i carabinieri qua vicino. Pensa se passava qualcuno e me vedeva, poteva pensà che annavo coi trans".
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