di Domenico Giampetruzzi
Inoltre il governo italiano deve risarcire alla signora 5mila euro per danni morali.
Soila Lautsi, una casalinga di origine finlandese ma di nazionalità italiana, dal 2001 presentò una serie di ricorsi alla giustizia italiana sulla presenza del crocefisso nelle aule dell’istituto comprensivo Vittorio da Feltre di Abano Terme frequentato dai suoi figli di 11 e 13 anni. La questione ebbe un grande risalto mediatico.
Prima il Tar del Veneto e poi il Consiglio di Stato diedero torto alla signora Lautsi poichè ''il crocefisso è un simbolo della storia, della cultura e dell’identità italiana'' e pertanto ''è diventato uno dei valori secolari della Costituzione italiana e rappresenta i valori della vita civile''.
La signora non si perse d'animo e fece ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo che ha sede a Strasburgo proprio perchè era convinta delle sue idee.
La Corte ha accolto oggi il ricorso della donna di origine finlandese perchè ''la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione''.
Secondo la corte "la presenza di un crocifisso può essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un segno religioso e far sentire loro di essere in un ambiente scolastico che influenza le scelte legate alla religione, si legge nella sentenza, pubblicata sul sito della Corte. La libertà di non credere -si legge nella sentenza- in nessuna religione non è limitata all'assenza di servizi religiosi o di educazione religiosa: è estesa alle pratiche e ai simboli che esprimono un credo, una religione o ateismo".
"Questa libertà -secondo i giudici della Corte- merita particolare protezione se ciò che esprime un credo è piazzato in una situazione che non si può evitare, o si potrebbe farlo solo attraverso sforzo e sacrificio sproporzionato".
In Italia come sempre accade la sentenza non è stata ben accolta nè dal Governo e nè dal Vaticano. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini va al contrattacco perché secondo lei la presenza dei crocefissi in aula "non significa adesione al Cattolicesimo ma è un simbolo della nostra tradizione".
Per fortuna che la laicità dello Stato italiano viene tutelata da cittadini europei diventati italiani e salvaguardata da istituzioni sovranazionali come la Corte europea dei diritti dell'uomo.
Commenti
Umberto Bocus
ma il tuo discorso andava bene nel Medioevo quando regnava l'ignoranza e la totale servitù dell'individuo alla Chiesa cattolica....
Per fortuna c'è la Corte di Giustizia dei diritti dell'uomo che fa capire a noi italiani quanto siamo ancora retrogadi...