di Domenico Giampetruzzi
Lo scandalo dell'asilo lager di Pistoia ha suscitato nell'opinione pubblica italiana un certo interesse e attenzione nei confronti delle due maestre, Anna Laura Scuderi ed Elena Pesce, perchè è rimasta sconvolta dalle immagini crude e violente riprese dalla telecamera nascosta nell'asilo Cip e Ciop. Qualsiasi genitore che ha visto quel terribile filmato senza dubbio avrà pensato: E se è successo anche ai nostri figli? Oppure: Che cosa succede nell'asilo di mio figlio?
Domande e dubbi che certamente sono stati influenzati dal filmato choc dell'asilo lager di Pistoia. Uno dei legali che doveva difendere una delle due maestre violente ha preferito rifiutare l'incarico per non "sporcarsi le mani" e perchè anche lui è padre di un bambino. Una scelta che è stata apprezzata dall'opinione pubblica ma è stata fortemente criticata dall'Unione Camere Penali poichè porta "alla deriva culturale che inneggia ai processi esemplari e di piazza e alle celebrazioni di processi senza difesa".
Un'altra maestra, con un'anzianità di servizio di 25 anni, ma di un asilo nido di Milano subito dopo aver visto il filmato choc di Pistoia si è rivolta al dottor Vittorio Lodola D’Oria, medico specialista in malattie del lavoro della Asl di Milano, che stabilisce l’idoneità o meno dei maestri nel riprendere il lavoro dopo un periodo di malattie. Sono molti i casi di burn out soprattutto nel lavoro degli insegnanti. La notizia è stata pubblicata oggi sul quotidiano della famiglia Berlusconi, Il Giornale.
La dichiarazione della maestra è stata davvero raccapricciante. «A scuola -ha dichiarato la maestra- picchio i bambini, non stanno attenti, non mi ascoltano… Alcuni li ho presi a calci. Non è che gli voglio far male, ma non mi so controllare. Nessuno mi ha mai scoperto, ai bambini non sempre si crede e io sono stata fortunata. Finora l’ho fatta franca, ma ho paura di finire anch’io in prigione prima o poi. Mi aiuti la prego».
La maestra violenta ha poi continuato: «Ho iniziato a picchiare i bambini anni fa. All’inizio erano scappellotti, mi facevano sentire meglio. Con alcuni sono andata oltre. Un bambino di tre anni l’ho preso a calci in classe quando non c’era con me l’altra insegnante. Lui piangeva, gli altri erano terrorizzati. L’ho fatta franca perché era un bambino di colore, appena arrivato in Italia, non sapeva l’italiano. Non so se ha mai detto a qualcuno che lo picchiavo. Poi c’è stata una bambina. L’ho picchiata forte. Lei però l’aveva detto alla mamma. Ma non è stata creduta. I genitori mi conoscevano bene, ero stata la maestra anche dell’altra figlia, maggiore, e mai avrebbero potuto immaginare che davo schiaffi e sberle. Sono stata fortunata». Il medico ha subito redatto una richiesta di sospensione immediata dal servizio per problemi di salute. Quel video choc sta mobilitando le coscienze a tal punto che sono tante le segnalazioni di maestre affette dalla sindrome di burn out.
Commenti