Gianfranco Fini ribadisce: «Il presidente del Consiglio deve rispettare gli altri poteri»

La Redazione
Le dichiarazioni di Gianfranco Fini in un fuori onda risalente ad alcune settimane fa ma diffuso soltanto nelle ultime ore («il premier confonde consenso e immunità») stanno scatenando una raffica di commenti e prese di posizione. Le dichiarazioni del presidente della Camera hanno mandato in bestia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che avrebbe chiesto un tempestivo e pubblico chiarimento altrimenti la rottura tra i due da ufficiosa diventerà ufficiale.

I vertici del popolo della libertà si sono incontrati in una riunione per discutere della bomba del giorno. Vi hanno partecipato i coordinatori del Pdl, Ignazio La Russa e Denis Verdini, insieme ai capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone ha esortato la terza carica dello Stato a confermare quanto scritto tempo fa in un documento dell'ufficio di presidenza del Pdl sull'uso politico della magistratura per rovesciare il voto degli elettori italiani o a dire pubblicamente che non è più d'accordo.

Il presidente Gianfranco Fini è intervenuto durante la trasmissione politica "Ballarò" per ribadire il suo concetto espresso già altre volte. «Sono convintissimo che Berlusconi non c'entri nulla con la mafia» afferma il Presidente della Camera. «Dico le stesse cose in privato e in pubblico. Ma io non perdo la fiducia nella magistratura: le dichiarazioni dei pentiti devono avere dei riscontri. Ma il presidente eletto dal popolo ha il dovere di rispettare gli altri poteri: l'ordine giudiziario, il parlamento, la Corte Costituzionale, le altre magistrature. Quindi non ho nulla da chiarire e non cambio opinione. Dico le stesse cose nel pubblico e nel privato».

Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro è soddisfatto delle dichiarazioni dell'ex leader di An mentre per Perferdinando Casini dell'Udc il presidente Fini non ha detto nulla di scandaloso. La Fondazione Fare Futuro del presidente Fini prospetta una deriva dittatoriale se alcune cose non cambiano all'interno della maggioranza. Non resta che aspettare la contromossa del premier Silvio Berlusconi.

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