La Redazione
Durante l'incontro svoltosi a Montecitorio fra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è parlato di numerosi temi: dalla giustizia ai recenti attacchi del Giornale, dalle elezioni regionali ai rapporti personali e politici tra i due cofondatori del Popolo della libertà. All'appuntamento hanno preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, e il vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino. La terza carica dello Stato è tornato a discutere con il premier Berlusconi del "fuoco amico". In particolar modo delle critiche e delle polemiche che ogni giorno il quotidiano della famiglia Berlusconi, Il Giornale, riserva al presidente Gianfranco Fini. Molte critiche sono state dei veri e propri attacchi personali e non politici avanzate anche dal direttore del Giornale: Vittorio Feltri. Critiche e polemiche il più delle volte senza senso e senza significato. «Sei proprio sicuro -ha affermato Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi- che, se vittima del “fuoco amico” fosse stato Bossi, saresti rimasto in silenzio mille volte come hai fatto con me»?
Gianfranco Fini ha espressamente detto a Berlusconi che lui si trova a fare il presidente della Camera non per grazia ricevuta come successe con l'ex presidente della Camera, Pieferdinando Casini, ma per i suoi meriti politici oltre che personali. E sulla giustizia ha bacchettato il presidente del Cdm perchè non si possono fare un provvedimento a settimana senza concordare prima e senza sapere dove si va a parare. Il presidente Fini ha poi puntualizzato: «Non lavoro per te, ma con te. Ti voglio bene, sono leale. Ma non confondere mai la lealtà con la gratitudine o con la fedeltà incondizionata».
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