di Zippo Giuseppe e Presicce Alessandro
Le strutture Adoc di Brindisi e Lecce hanno ricevuto segnalazioni da parte dei cittadini che in questi giorni hanno assistito alla proiezione del film in 3D “Alice in Wonderland” nelle sale cinematografiche delle rispettive province. L’aspetto critico non ha nulla a che vedere con la qualità del film, ma per i costi sostenuti dagli spettatori e dagli occhiali forniti per la sua visone. Il biglietto è diventato un lusso per una famiglia, specie per una visione in “3D” dove si passa da 9,00€ a € 11,50 per persona. Un costo non indifferente addolcito solo dalla speranza di assistere ad uno spettacolo piacevole e con servizi all’altezza. Ma, purtroppo, non sempre è così. Da qui nascono le segnalazioni, ovvero l’idoneità degli occhiali forniti i quali non risulterebbero conformi agli standard europei: sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista igienico. Diversi sono coloro i quali, al termine della visione, lamentano piccoli malesseri ed affaticamenti della vista. Per non parlare poi dell’aspetto igienico in quanto gli stessi occhiali sono utilizzati da altri spettatori senza che ci sia un preventivo trattamento di sterilizzazione.
E’ vero che viene distribuita una “salvietta” umidificata, ma non sappiamo la sua esatta efficacia.
L’Adoc di Brindisi e Lecce, nell’ottica di una maggiore tutela dei consumatori chiede alle autorità di controllo se le disposizione vengono rispettate e se le procedure adottate garantiscano i criteri minimi di igiene. Sul tema, è necessario ricordare che è intervenuto, in data 17 Febbraio 2010, il Ministero della salute con una nota con la quale si coinvolgeva il Ministero dello sviluppo economico per gli aspetti relativi alla Direttiva sulla sicurezza dei prodotti ed il Consiglio Superiore di Sanità per quelli connessi agli eventuali rischi neuro-oculo-vestibolari per la salute umana. Per quanto riguarda gli aspetti igienico-sanitari, legati all’eventuale riutilizzo di occhiali “3D”, il Ministero ha ritenuto indispensabile uno specifico protocollo al fine di evitare la trasmissione di infezioni agli occhi e alla cute; o di infestazioni del capo (in particolare pediculosi). La situazione - riportava inoltre la nota - continua ad essere monitorata dal Ministero della salute e dai NAS che hanno già effettuato oltre 7.000 sequestri di occhiali “3D” che presentavano etichettature irregolari. A questo punto aspettiamo che anche nelle province di Brindisi e Lecce avvenga lo stesso controllo nell’interesse della collettività.
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