di Domenico Giampetruzzi
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha escluso a priori la nascita di un nuovo partito dopo il duro scontro dell'altro giorno alla direzione del Popolo della libertà con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La Lega Nord, nonostante non c'entri nulla con il Pdl e per quella irrisoria percentuale che ha ( solo il 12%), invoca le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera. Ma Fini va giustamente avanti per la sua strada e di certo non si fa intimidire da attacchi e critiche di un partito e di un leader xenofobo, omofobo e razzista.
"Non mi sono pentito di avere alzato il dito - dice Gianfranco Fini a Mezz'ora - io rappresento la destra moderna, che non ha la bava alla bocca e dialoga con gli avversari. Credo che anche il premier si sia accorto che non accadrà mai che il presidente della Camera si dimetta perché ha opinioni diverse dal partito e dal presidente del Consiglio. Io mi sento sereno, - prosegue Gianfranco Fini - non mi sono pentito di aver fatto il Pdl, voglio aiutare Berlusconi a migliorare. E quindi perché sentirsi pentiti o pensare di essersi suicidati? La nostra voce sarà più alta di quella dei numeri". Poi una dura critica ai vertici del partito: "Hanno poco di liberale - assicura Gianfranco Fini - se si fa la lista degli epurandi. Il documento della direzione sembrava fatto apposta per contare gli eretici. Ora inizia una nuova fase del Pdl e discuteremo attraverso il congresso. Non devo lasciare la presidenza della Camera per esprimere opinioni, però non ci saranno imboscate in Parlamento. Non ho nessuna intenzione - continua il presidente della Camera - di fare altri partiti ma voglio continuare a discutere all'interno del mio partito di fatti politici. Non c'è una questione personale con Berlusconi, che ho risconosciuto essere il leader del Pdl".
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